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Ha un suono del tutto speciale, ed evocativo, ‘Aritmiaritmetica’. Alla prima lettura di questo termine la testa è andata di rimando a qualcosa di analogo dal punto di vista fonetico, ma ancor di più concettuale: il gruppo Abstrakt Algebra. In una dimensione dove entrambi i due leader sono bassisti, Francesco Bertone non assomiglia a Leif Endling, almeno fisicamente, però li accomuna l’attenzione alla sperimentazione sonora in varie sfumature del blend, qui jazz con un pizzico di etno e tre quarti di fusion, là metal con coloriture power.

Suonano con il prismatico, enigmatico, magmatico Bertone il chitarrista Andrea Allione, legato a Bertone dalla stessa ansia creativa di ignorare i confini stilistici di un genere, il notevole Piero Ponzo ai fiati e Gilson Silveira alle percussioni, Renzo Coniglio alla batteria. (sostituiti in alcune esibizioni live dal bravissimo batterista Marco Puxeddu, che si produce dal vivo nella ritmica dagli infiniti suoni possibili che caratterizza questo lavoro).

E’ piuttosto evidente, nell’ascolto soprattutto di alcuni pezzi, l’amore di Bertone per un tipo di musica che privilegi la fusione tra commistioni sonore provenienti dagli ambiti più diversi: effetti speciali, campionatori, percussioni etniche; ritmi popolari, latin jazz, blues, che si muovono in un ambito dove però è sempre il tema musicale a prevalere sulla digressione improvvisativa.

I brani sono sempre piuttosto brevi e molto strutturati: questo permette una fruizione piacevolissima del disco, d’altro canto è tutto reso talmente bene che quasi spiace quando si arriva alla fine della traccia senza neanche un ‘approfondimento strumentale’. Si può dire anzi che più si ascolta questo lavoro e più lo si apprezza in tutte le sfumature. Davvero moltissime. Così come si percepisce anche la profonda stima che Bertone ha per un musicista ‘totale’ come Jaco Pastorius, del quale riprende il rigore tecnico e il tentativo di togliere il registro basso dalla sua aura di complementarietà, facendolo divenire lo strumento che esegue il tema in tutte le sfumature possibili.

Francesco Bertone è un artista con una gestualità molto particolare. Può prodursi in assolo giganteschi dal punto di vista della capacità tecnica, e non muovere un solo muscolo del viso. Però basta osservare le sue mani per capire tutto un mondo di passione e voglia di sperimentare sonorità sempre nuove. Ed è proprio in quest’ottica che nasce ‘Aritmiaritmetica’, che rappresenta veramente un progetto colto e multiforme.

Il disco, inoltre, è sicuramente a prova dei recensori di intro: spesso infatti i brani si sviluppano al loro interno, producendosi in mille tonalità diverse come in una scatola ad incastri, oppure in finali a sorpresa, un disco rotto o l’eco di una canzone lontana nel tempo, come in Estate ‘78 . Ad esempio la traccia 4, che dà il nome all’album, inizia come una ballad risolvendo il proprio percorso blues note facendo. Interessante è anche l’operazione di tipo linguistico operata sui testi: dalla divertente allitterazione di Hip Hop, I Hope a Est Temporaneo o Rispettare l’Enorme. Anche nel caso della scelta di un brioso samba o di un R’n Blues o di una scrittura molto funky, l’esito non è mai scontato. Inoltre questo progetto ha in sé un intento umanitario, teso ad aiutare l’associazione Reability che si occupa del Progetto Karen per la riabilitazione delle popolazioni birmane, stremate dei continui conflitti.

Bertone si avvale di collaborazioni prestigiose, come Andrea Allione alla chitarra del quale, in qualche passaggio particolarmente complesso, possiamo immaginare tutte le colorite espressioni, avendolo spesso ascoltato dal vivo, o Piero Ponzo ai fiati. E’ però il registro basso in tutte le sue forme a diventare una sorta di prisma nelle dita di Francesco Bertone, di cui siamo sicuri non vorrete perdere questa grandissima prova d’autore.

Lorenza Cattadori (2007)